Insectourbano


Insectourbano è la sezione dedicata al primo soccorso di animali in ambiente urbano.

Sogni, speranze, incubi

Il nostro sogno è la speranza che sulla Terra ognuno di noi condivida lo spazio con altri animali e il nostro incubo è l’immagine di un presente sempre più antropocentrico.

Breve analisi faunistica metropolitana

Nonostante l‘ecosistema urbano* (così detto in quanto ricalca le caratteristiche con cui gli ecosistemi vengono definiti) abbia la tendenza ad essere privo di specie animali diverse da quella umana, sono numerosi gli animali che lo sfruttano per periodi di breve/media o anche lunga durata.
La propensione all’assenza di specie animali è determinata da una parte dalla tipologia di ambienti che vengono privilegiati (allontanamento indiretto) e da un’altra dall’idea che altri organismi viventi possano comportare problemi di varia natura (allontanamento diretto).
Fanno eccezione gli animali “da compagnia” e gli animali “utili”.
Nel primo caso gi animali vengono gestiti privatamente in spazi circoscritti, nel secondo caso sono ammessi affinché portino qualcosa in tasca o nello stomaco.
E gli animali liberi?

Negli ultimi decenni in diverse città sono state avanzate ipotesi per realizzare strutture che facilitino la sopravvivenza di animali liberi.
Non bisogna fare confusione tra le innovazioni che mirano a rendere le città più vivibili per gli esseri umani (es. colorare di verde alcune parti, costruire giardini attrezzati per lo sport e lo svago) e quelle pensate e proposte con il fine di permettere o migliorare la vita ad altre specie (es. realizzazione di corridoi biologici).

Gli animali che sfuggono alla tendenza degli ecosistemi urbani, sono diversi.
Una prima suddivisione può essere fatta tra quelli che hanno modo di spostarsi facilmente e quelli per i quali la città rappresenta una trappola. I primi sono gi animali alati come gli uccelli e gli insetti e i secondi quelli non alati, che trovandosi all’interno dell’oasi urbana difficilmente riescono a tornare nei loro spazi naturali. Un esempio di questi animali sono le volpi, i ricci, gli istrici. Anche le strade che collegano l’una a l’altra città rappresentano delle trappole mortali.
I cani e i gatti, soprattutto i primi, sono raramente tollerati come animali liberi/vaganti, ne è una prova la legislatura vigente ma soprattutto la realtà dei fatti.
I gatti sono spesso più fortunati potendo contare sulle colonie feline* e soprattutto sul diffuso amore nei loro confronti.
Un’altra categoria di animali, la cui natura ne facilita la sopravvivenza metropolitana è rappresentata da quelli che occupano gli spazi del sottosuolo, tra cui molti invertebrati.
Le tartarughe rientrano nella tipologia di animali introdotti volutamente nell’ambiente. Con tutte le conseguenze che ne seguono. Le tartarughe, sovente abbandonate in piccoli laghetti cittadini, sono estremamente voraci e mettono a repentaglio il precario equilibrio che in questi luoghi si viene a creare, cibandosi di tutto ciò che trovano in sospensione e sulla riva (comprese quindi uova e microrganismi). Anche alcuni animali esotici o “da compagnia” possono rientrare in questa categoria; sono le innumerevoli vittime dell’abbandono che, a differenza delle tartarughe, vengono lasciate in luoghi non idonei alla loro sopravvivenza o comunque non in grado di assicurare loro riparo/cibo/cure.

L’inquinamento, nelle sue diverse forme, ovviamente aggrava ogni forma di sopravvivenza in ognuno degli spazi vivibili all’interno del sistema-città.

Un’altra fetta abbondante è rappresentata da quelle creature che si sono adattate in maniera invidiabile all’ambiente urbano sfruttandone le caratteristiche peculiari, spesso proprio quelle che lo rendono invivibile agli umani (microclima /  storni, fognature / ratti, discariche / gabbiani)


***************************************************

In generale quindi, all’interno o in prossimità delle città, ci si può imbattere in due situazioni-tipo:

  1. quella in cui l’animale può essere stato abbandonato o si trova in un ambiente diverso da quello suo di origine: cani, gatti, istrici, volpi, ricci, tartarughe, uccelli esotici…
  2. quella in cui l’animale si trova nel “suo” ambiente: uccelli di passo o stanziali e alcuni uccelli esotici adattati (es. pappagalli), cani vaganti, gatti delle colonie feline…
In entrambi i casi l’animale può essere ferito o spaventato.

Nel primo caso l’intervento è necessario, mentre nel secondo caso dipende dalle condizioni in cui si trova l’animale.

Il problema è: siamo capaci di intervenire?
Probabilmente non siamo tutti specialisti di primo soccorso di animali e volendo fare “bene” rischiamo di fare “molto male”.

La prima cosa utile da sapere è 


Cosa NON fare

Disgraziatamente gli umani sono imprevedibili. Spesso con le migliori intenzioni causano i danni peggiori”.


Da “La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare”

di Luis Sepúlveda

I NON che salvano la vita:

Uccelli
  • Alcuni uccelli, come i merli, le cornacchie o alcuni rapaci notturni come le civette o gli allocchi, abbandonano il nido prima di essere autosufficienti. I genitori li alimentano ad intervalli regolari senza perderli di vista. Questi piccoli NON devono essere raccolti, non potremmo mai sostituire i loro genitori naturali ne dal punto di vista nutrizionale ne comportamentale.
  • I rondoni a causa delle loro lunghe ali e corte zampe non riescono a riprendere il volo da terra. Se troviamo un rondone apparentemente incapace di volare e sano, NON dobbiamo portarlo in un centro di recupero o a casa nostra, ma dobbiamo metterlo in un luogo alto da cui poter spiccare il volo, oppure lanciarlo verso l'alto in un posto tranquillo.
  • NON somministrare mai pane, latte o mangime per insettivori ai piccoli uccelli.
  • I gabbiani si sono abituati a vivere nelle città, dove nidificano anche. Se capita di trovare un gabbiano giovane NON portiamolo al mare o vicino ad un corso d'acqua, lasciamolo dov'è se non è in evidente pericolo. I giovani gabbiani hanno dimensioni simili a quelle degli adulti; vedendoli potremmo pensare si tratti di un adulto incapace a volare. NON commettiamo questo errore, stiamo piuttosto attenti al colore del piumaggio.
  • In prossimità del nido o dei loro piccoli in fase di scoperta del territorio o di prove di volo, alcuni uccelli divengono molto aggressivi e possono sorvolare in maniera ravvicinata le nostre teste, come le cornacchie, o cercare di aggredirci, come nel caso dell'allocco. NON serve far intervenire qualcuno, è necessario invece spostarsi dall'area protetta dai genitori coprendosi gli occhi nel caso dell'attacco del rapace.

Gatti
  • NON prelevare, maneggiare, spostare, mai gattini piccoli che sono allevati dalla propria mamma. Ciò potrebbe comportare il loro abbandono.
  • NON spostare i gatti vaganti, la loro libertà è tutelata dalla legge.

Pipistrelli
  • I pipistrelli europei NON succhiano il sangue, ma si nutrono invece di insetti.
  • NON date mai latte vaccino ad un pipistrello.

Ricci
  • NON prelevare piccoli di riccio trovati durante l'estate, a meno che non sia evidente un abbandono (la mamma potrebbe aver subito un incidente, soprattutto se nelle vicinanze ci sono strade).
  • NON dare mai: latte di mucca, nocciole, carne cruda e carne di maiale (compresi prosciutti e insaccati), omogenizzati di frutta per bambini e yogurt.

Tartarughe
  • NON prelevare le tartarughe, acquatiche o terrestri, che appartengono alla fauna selvatica italiana.
  • NON abbandonare tartarughe alloctone, ovvero non appartenenti alla fauna selvatica italiana. Gli esemplari esotici sono molto voraci e comprometterebbero l'equilibrio di un ecosistema naturale. Contattare piuttosto un centro di recupero specifico.
Rospi
  • I rospi migrano durante la stagione riproduttiva verso stagni o piccoli fiumi, per poi migrare nuovamente verso le zone di svernamento al termine della stagione dell'amore. NON ostacoliamo il loro passaggio, NON preleviamoli per portarli in centri di recupero, ma aiutiamoli nell'attraversamento.

Animali in generale
  • Per medicare le ferite NON usare mai alcool, mercurio cromo o tintura di iodio che possono essere velenosi.
Cani
  • Se troviamo un cane, NON portiamolo mai in un canile senza prima esserci informati sulla struttura (chi lo gestisce? ci sono indagini/denunce in corso?). Denunciamo il ritrovamento in modo che se è stato smarrito possa ritrovare la sua famiglia. Se è stato abbandonato cerchiamo di farlo adottare senza ricorrere, se possibile, ad associazioni o canili.

Indicazioni valide per tutti i mammiferi selvatici

Valutare lo stato di salute di un animale non è semplice per chi non ne conosce le caratteristiche e magari lo vede per la prima volta. Questa sezione intende fornire indicazioni per valutare lo stato di salute di un mammifero e saper raccogliere informazioni da trasmettere repentinamente ad un veterinario, il quale, una volta messo al corrente della situazione, potrà lui stesso suggerire come comportarsi. Se non si è esperti infatti, si rischia di arrecare seri danni pensando di aiutare un animale. Si consiglia per tanto di NON somministrare medicine ad uso sia interno che esterno.

COME COMPORTARSI DI FRONTE AL RITROVAMENTO DI UN MAMMIFERO SELVATICO

  1. Se possibile osservare l'animale a distanza e accucciati senza farsi vedere, in modo da raccogliere informazioni sul comportamento senza che questo possa essere influenzato dalla nostra presenza. Cercare di capire se l'animale è realmente in difficoltà e perché. Alcuni tipi di uccelli ad esempio (come i merli) abbandonano il nido quando sono ancora incapaci di volare e vengono alimentati dal genitore; il loro ritrovamento potrebbe indurci a pensare che sono abbandonati e in pericolo, invece il loro comportamento rientra nella loro strategia.
  2. Valutare bene se sia il caso di avvicinarsi e, se si, come.
  3. Valutare le vie di fuga prima di avvicinarsi, per prevedere dove l'animale ferito potrà rifugiarsi. Bisogna fare attenzione a non spaventarlo, per non rischiare che si nasconda in punti irraggiungibili.
  4. Ricordarsi di mantenere un tono di voce pacato e muoversi dolcemente ma velocemente.
  5. Munirsi in anticipo di un contenitore idoneo dove porre l'animale soccorso.
  6. Se possibile munirsi di guanti spessi da indossare. I piccoli mammiferi sono molto combattivi e possono infliggere morsi.
  7. Animali piccoli come conigli, ghiri, scoiattoli: procurarsi un panno con cui avvolgere l'animale e tenendolo saldamente sotto il torace metterlo nella scatola. Animali grandi: utilizzare un telo per immobilizzare l'animale da soccorrere. Il telo deve essere leggero, robusto e abbastanza grande. E' necessario agire velocemente ma sempre con estrema delicatezza. Una volta bloccati portarli velocemente in un contenitore precedentemente preparato.
  8. Normalmente gli animali tentano di fuggire, a meno che la situazione non sia davvero grave. Esistono anche diversi casi in cui alcune specie si fingono morte, strategia che consente di non essere predati da carnivori che non si nutrono di carogne. ( tanatosi ). Vi sono anche strategie difensive che non prevedono la fuga, come nel caso dei ricci che si appallottolano mettendo in risalto gli aculei che li rivestono.

Sul luogo del ritrovamento o, preferibilmente, in un ambiente tranquillo in cui si è portato l'animale:

VALUTARE LO STATO DI SALUTE

  1. Valutare se l'animale reagisce agli stimoli esterni attraverso i sensi, attraverso la vista e l'udito, se risulta essere quindi DEPRESSO o ECCITATO, condizioni che possono rilevare una specifica patologia se diagnosticate insieme ad altri sintomi e perciò molto utili da trasmettere ad un veterinario.
  2. Tastare il corpo per capire se l'animale è DENUTRITO, se la massa muscolare è ridotta e si sentono bene le ossa, e DISIDRATATO. Un modo semplice per valutare la disidratazione è quello di sollevare la pelle e osservare se ritorna velocemente in posizione; se lo fa, è elastica e l'animale è idratato. Spesso la denutrizione comporta di conseguenza la disidratazione.
  3. Ispezionare tutta la superficie del corpo e vedere se presenta tagli, ferite, abrasioni. Molto importante, soprattutto in estate, è determinare la presenza di larve di mosca (simili a vermi bianchi senza zampe) su ferite aperte, che possono portare alla morte dell'animale in poco tempo. Se si constata la presenza, asportare tutte quelle visibili con delle pinzette.
  4. Le ferite vanno lavate con acqua pulita e tiepida e sapone naturale neutro e, se l'emorragia è abbondante, tamponate con ghiaccio. Non usare mai alcool, mercurio cromo o tintura di iodio che possono essere velenosi, mentre l'acqua ossigenata brucia. (Meglio il betadine o l'amuchina diluita). Successivamente va applicato un cerotto e bendata la parte. Le ferite sulle zampe comportano un'abbondante fuoriuscita di sangue, è necessario quindi annodare subito un laccio emostatico di fortuna (una cravatta, un fazzoletto ad esempio) CONSULTARE UN VETERINARIO per questa operazione. Dopo aver medicato la parte è necessario fasciarla usando una benda. La benda deve essere fatta girare più volte attorno alla ferita e, ogni tre giri circa, deve compiere una torsione intorno a se stessa per rendere più stabile la fasciatura. Per fissare la benda usare un cerotto. Se la parte interessata è la spalla, far girare la benda intorno al collo e alla zampa anteriore.
  5. Il colorito delle gengive può essere indicativo di qualche patologia, come ad esempio se sono pallide possono indicare anemie o shock, se sono cianotiche (livide) possono rivelare problemi cardiaci.
  6. Gli occhi possono fornire importanti indicazioni sulla salute. Il diametro delle pupille dovrebbe essere uguale (se sono di diverse dimensioni o estremamente piccole o dilatate, l'animale non sta bene). Diverse patologie oculari possono provocare la fuoriuscita di liquido che seccandosi può essere pericoloso per l'occhio. La secrezione va perciò asportata con un batuffolo imbevuto di camomilla tiepida o acqua tiepida.
  7. Secrezioni dalle narici e/o dalle orecchie possono fornire ulteriori indicazioni: ad esempio la fuoriuscita di sangue dalle orecchie può rilevare un trauma cranico.
  8. Dopo la visita, in attesa di soccorsi o della liberazione, ospitare l'animale all'interno di un luogo fresco (non freddo), con poca luce e silenzioso. Mettere a disposizione dell'acqua in un contenitore pesante che non si rovesci.

ATTENZIONE: durante la visita evitare rumori, come fischi, urla, musica e chiasso in generale. Agire velocemente in modo di stressare il meno possibile l'animale. Non avvicinare troppo il viso a quello dell'animale che potrebbe percepire i nostri occhi come quelli di un predatore in avvicinamento.

IMPRINTING
Molti animali portati nei centri di recupero hanno subito da parte di chi li ha raccolti un forte imprinting, soprattutto se trovati giovani. L'eccessivo contatto e influenza su una specie selvatica comporta una trasformazione comportamentale che ne impedisce la liberazione, in quanto l'animale non è più in grado di riadattarsi al suo ambiente. ATTENZIONE quindi a non rimanere troppo a contatto con un animale selvatico trovato, per consentirgli poi di riavere la sua libertà.

Da leggere:

Nati Liberi – manuale pratico di pronto soccorso per animali selvatici. M. Lambertini, L. Palesta. 1997

Ricci 

I Ricci sono mammiferi provvisti di brevi aculei difensivi appartenenti al Grandordine degli Insettivori, che raggruppa anche gli ordini della talpa e del toporagno. La specie più diffusa in Italia è l' Erinaceus europaeus. Sono animali di piccola taglia (arrivano a misurare quasi 30 cm di lunghezza) e vivono fino all'età di otto anni. Il maschio e la femmina possono essere distinti solo dagli organi sessuali: il maschio ha il pene sulla pancia (a circa 5 cm dall'ano) e la femmina ha la vulva appena sopra l'ano. Quando sono giovani i maschi hanno il pene più vicino all'ano e si sposta man mano che crescono.
La sopravvivenza di questi animali è in pericolo a causa della diminuzione degli spazi abitabili e del cibo. L'agricoltura intensiva e in particolare le monocolture, le sostanze inquinati e l'espandersi delle città ne sono i diretti responsabili.

COMPORTAMENTI

I ricci sono animali pacifici e non scappano quando li si avvicina. Piuttosto rizzano gli aculei o si avvolgono su se stessi a formare una palla. Normalmente gli aculei sono distesi dorsalmente e lateralmente lungo il corpo e vengono drizzati solo se si presenta una situazione di pericolo. Alla base di ogni aculeo è presente un piccolo bulbo situato sotto la pelle e attaccato a un muscolo riccamente innervato, che ne permette il movimento. Se spaventati possono emettere un verso simile al "soffiare" del gatto. I principali predatori naturali sono rappresentati dalla civetta, dal tasso e dalle volpi. Durante l'inverno sono in letargo e d'estate sono attivi la notte, essendo animali notturni. I sensi più sviluppati sono l'olfatto, l'udito e anche il tatto, mentre la vista è meno importante dato che la vita dei ricci si svolge di notte. La gestazione ha la durata di circa 35 giorni e può avvenire una o due volte tra aprile e agosto. Ad ogni parto possono nascere tra 2 e 10 piccoli che vengono allattati per 6 settimane durante il giorno.

LETARGO

I ricci superano le basse temperature e la scarsità di cibo del periodo invernale andando in letargo (generalmente da ottobre a marzo), ovvero rallentando il loro metabolismo e rimanendo inattivi. Durante questo periodo la temperatura corporea scende e la frequenza del respiro e del battito cardiaco diminuiscono. In primavera escono dal letargo per mangiare e riprodursi. Quando il riccio cade in letargo deve pesare più di 600 g, sotto i quali non riuscirebbe a affrontare la sua fase invernale.

CASI DI ROTROVAMENTO DI UN RICCIO

  • INVERNO - è molto più probabile trovare un riccio durante la stagione calda ma, occasionalmente, può capitare di trovare un riccio "sveglio" d'inverno a causa di stress esterni (come qualcuno che trovandolo lo ha risvegliato e costretto a trovarsi una nuova tana), temperature in elevato rialzo e quindi un improvviso temporaneo risveglio, o in elevato ribasso comportando la necessità di trovare un nuovo luogo dove dedicarsi al sonno letargico. Sia che dorma, sia che si sia risvegliato temporaneamente, un riccio sano NON deve essere prelevato, spostato. Saprà scegliere da solo il suo giaciglio che risponderà a precise esigenze di spazio e temperatura.
  • GIORNO - Trovare un riccio durante le notti estive è¨ assolutamente normale, mentre trovare un riccio durante le ore di luce è¨ un campanello d'allarme: può significare che sia cieco, affamato o ammalato.
  • PERICOLI - Solo nel caso si trovi in evidente pericolo di vita, come in prossimità di una strada trafficata, il riccio dovrebbe essere aiutato a superare l'ostacolo. ATTENZIONE: non deve essere spostato troppo lontano, ma al massimo a 100 m di distanza dal luogo di ritrovamento. Infatti un luogo sconosciuto potrebbe nascondere molti pericoli e, inoltre, quella che stiamo spostando potrebbe essere una mamma che così facendo non potrebbe più ritrovare i suoi piccoli.
  • PICCOLI - I ricci hanno fino a due nidiate l'anno: una in tarda primavera (maggio-giugno) e una tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno (settembre-ottobre). I piccoli avuti in questa seconda nidiata possono non riuscire a sopravvivere all'inverno, in quanto possono non raggiungere il peso adeguato per andare in letargo (superiore ai 550 g). Spesso si incontrano piccoli ricci nei ritagli verdi delle città in cerca di cibo nel pieno della stagione del letargo. Questo perché le aree urbane non sono sempre in grado di offrire fonti di nutrimento. COME VALUTARE L'ETA' Neonato 15-20 g > rosa e senza aculei, sordo, cieco. Pochi giorni 20-30 g > aculei morbidi e bianchi. Una settimana 30-40 g > aculei grigi. Due settimane 60-80 g >occhi cominciano ad aprirsi, primi peli sul muso e sul ventre. Tre settimane 100-150 g > primi denti da latte. Adulto 400-1000+ g > maturo dopo circa 9 mesi. Giovane > grigio-argenteo. Adulto > color bruno. Vecchio > color rossiccio
  • FALSI ABBANDONI - Durante le prime settimane di vita il riccio piccolo viene lasciato solo nella tana dalla mamma che va a rifornirsi di cibo. Già dopo 3 settimane i piccoli ricci cominciano ad uscire dalla tana alla ricerca di cibo e SENZA ESSERE ACCOMPAGNATI DALLA MADRE. ATTENZIONE quindi a non scambiare un comportamento naturale con un abbandono. Esistono diversi casi di "falsi orfani" in natura, come i caprioli o le lepri, che vengono confusi con piccoli abbandonati perché rinvenuti soli. In realtà questi animali adottano questa strategia che gli permette di sopravvivere mimetizzati e con più probabilità che se fosse presente la madre.

COME VALUTARE LO STATO DI SALUTE DI UN RICCIO

  • Durante le ore di luce o durante l'inverno, trovare un riccio desta sospetto sulla sua salute 
  • Per valutare lo stato di salute del riccio è necessario farlo srotolare spontaneamente. Questo avviene dopo poco che lo abbiamo preso tra le mani, quando l'animale si rilassa e si distende dalla sua posizione appallottolata di difesa. Usare SEMPRE un tono di voce basso e modi di fare pacati.
  • Osservare il comportamento è sicuramente un primo mezzo di valutazione dello stato di salute: se il riccio non si appallottola e non drizza gli aculei possiamo capire che l'animale non sta bene.
  • Se l'odore dell'animale è particolarmente aspro e forte, forse ci sono delle ferite.
  • Osservare la corporatura e valutare se sembra denutrito o se è abbastanza in carn.

COSA FARE NEL CASO IL RICCIO SEMBRI MALATO, SIA FERITO O SIA UN PICCOLO RINVENUTO IN AUTUNNO

  • SOCCORSO - Chiamare immediatamente un centro di recupero o un veterinario.
  • Nel caso in cui il riccio sia ferito CONTROLLARE IMMEDIATAMENTE LA PRESENZA DI UOVA O LARVE DI MOSCA e, nel caso ci fossero, estrarle con una pinzetta.
  • PRELEVARE IL RICCIO E PORLO AL CALDO - qualsiasi animale selvatico scambia il più innocuo essere umano per un predatore. L'avvicinamento e il contatto dovrebbero sempre essere evitati e limitarsi ai casi in cui l'animale è in pericolo o ferito. Ogni intervento deve essere mirato a migliorare la vita degli animali in libertà --- Essendo pacifici possono essere presi con le mani, distribuendo semplicemente la pressione per non essere punti dagli aculei.
  • TRASPORTO - Per trasportarli, riporli in una scatola di cartone grande poco più della dimensione dell'animale, nella quale verrà introdotto un maglione entro le cui pieghe il riccio potrà trovare riparo. La scatola deve essere ben chiusa con abbondante scotch e spago e sulla parte alta dovranno essere praticati dei buchi per permettere al piccolo viaggiatore di respirare. Evitare di forare i lati della scatola ovvero all'altezza degli occhi dell'animale, in modo che non possa guardare fuori e quindi stressarsi. Attenzione a non lasciare MAI la scatola sotto il sole e in situazioni di pericolo.
  • SISTEMAZIONE TEMPORANEA - Come sistemazione temporanea, creargli uno spazio abitabile suddiviso in due parti, come una scatola contenente una scatola più piccola, quest'ultima chiusa da tutti i lati eccetto una piccola apertura. Nella scatola più grande porre giornali e su questi due ciotoline per l'acqua e il cibo, meglio se fissate per evitare che l'appuntito inquilino le faccia ripetutamente rovesciare. Nella scatola più piccola porre una borsa dell'acqua calda avvolta in un panno per evitare di far scottare il riccio. Non occupare tutta la scatolina con il panno caldo in modo da dare all'animale la possibilità di scegliere il luogo che presenta una temperatura per lui ottimale.

ALIMENTAZIONE

Molti testi indicano una dieta ricca di proteine e povera di grassi e moderatamente ricca in fibre (riso, pasta, fagioli ad esempio). NON bisogna MAI dare al riccio: latte di mucca, nocciole, mandorle, carne cruda e carne di maiale.

Link utile: www.sosricci.it


Pipistrelli

  • Legislatura

  • Ciclo biologico

  • Dove abitano

  • La presenza dei pipistrelli vicino alle nostre case

  • Se un pipistrello entra in casa

  • Primo soccorso – adulti e neonati




LEGISLATURA

I pipistrelli, rappresentano un terzo delle specie dei mammiferi terrestri italiani.
Si tratta di animali sempre più minacciati. Le cause del loro declino sono attribuite all'alterazione e alla distruzione dei loro habitat, alla carenza e contaminazione delle fonti alimentari, nonché al disturbo umano diretto.
Tutte le specie italiane di pipistrelli appartengono alla fauna "particolarmente protetta" (L. 157/1992; L.R. 70/96) e di "interesse comunitario" (Direttiva 92/43/CEE; D.P.R. 357/1997-120/2003). Oltre al divieto di uccidere, catturare, detenere e commerciare esemplari (reati sanzionati penalmente: art. 30 della L. 157/1992), la normativa vigente stabilisce che i pipistrelli non debbano essere disturbati, in particolare durante le varie fasi del periodo riproduttivo e durante l'ibernazione, e che i loro siti di rifugio non siano danneggiati, nè distrutti (art. 6, cap. III della Convenzione di Berna, resa esecutiva con L.503/1981; art. 8 del D.P.R. 357/1997; art. III Accordo sulla conservazione delle popolazioni dei chirotteri europei, reso esecutivo con L. 104/2005).

Interferenze gravi a danno della chirotterofauna rientrano nella casistica del "danno ambientale" e sono sanzionabili con riferimento alla relativa normativa (Direttiva 2004/35/CE-Decreto Legislativo 152/2006).

CICLO BIOLOGICO

Tutti i pipistrelli europei sono insettivori.

Se si presenta il caso di dover soccorrere un pipistrello può essere utile conoscere il suo ciclo biologico, in quanto esistono variazioni significative in base al periodo dell'anno.

I pipistrelli risparmiano energia durante l'inverno andando in letargo: verso il mese di novembre si aggregano in luoghi idonei dove vi siano condizioni di luce e temperatura favorevoli. Spesso scelgono delle grotte per passare la stagione invernale.
In primavera, intorno a febbraio-marzo, si risvegliano e si avviano a raggiungere i siti estivi. Qui le femmine si riuniscono in colonie riproduttive. Le femmine partoriscono tra maggio e luglio 1 o al massimo 2 piccoli. Ogni femmina allatta e accudisce il proprio o i propri piccoli. In questo periodo i maschi e le femmine che non hanno partorito conducono vita abbastanza solitaria, per poi cercarsi a fine estate per la stagione degli accoppiamenti. Ogni femmina che si è accoppiata custodirà le cellule seminali maschili all'interno delle sue vie genitali per tutto il periodo invernale, e solo dopo il risveglio avverrà la fecondazione. Nelle femmine del miniottero invece, la fecondazione avviene subito dopo l'accoppiamento, ma il completo sviluppo embrionale avviene solo dopo il risveglio invernale.

Ricapitolando
novembre-dicembre: letargo
febbraio-marzo: risveglio
aprile-maggio: formazione di colonie riproduttive
maggio-luglio: riproduzione
fine estate: stagione degli accoppiamenti
(i mesi sono soggetti a variazioni in base al clima)

DOVE ABITANO

In natura i rifugi dei pipistrelli sono rappresentati da grotte o cavità degli alberi. Purtroppo questi ambienti sono spesso distrutti o alterati dall'attività umana. I pipistrelli scelgono quindi di abitare in luoghi anche molto vicini a noi; nelle città non sono rari monumenti, castelli, chiese, palazzi, ponti che ospitano i piccoli mammiferi volanti. Solitamente sono soliti scegliere come rifugio le aree degli edifici poco abitate, come sottotetti e scantinati. Anche qui però trovano difficoltà a sopravvivere a causa degli interventi di ristrutturazione, di restauro o all'allontanamento diretto.
La distruzione dell'habitat insieme alla scarsità o contaminazione del loro alimento base (contaminazione dovuta alle sostanze chimiche come pesticidi) sta provocando la scomparsa dei pipistrelli.

I pipistrelli possono venire ad abitare le nostre case in:
  • inverno: esemplari in letargo (raro)
  • estate: maschi o femmine che non devono partorire e che usano alcune parti delle abitazioni per il riposo diurno
  • estate: femmine durante la riproduzione
  • tarda estate: maschi e femmine nel periodo degli accoppiamenti

LA PRESENZA DI UN PIPISTRELLO VICINO ALLE NOSTRE CASE

Si crede erroneamente che i pipistrelli possano trasmettere malattie e molte persone sono afflitte da altre paure di tipo igienico. In realtà l'unico problema (facilmente superabile) è rappresentato dalle deiezioni. Basta avere una scopa per spazzarle da terra e il problema è risolto! Oppure, essendo le feci di pipistrello un ottimo fertilizzante, si può anche provvedere ad installare un'ampia fioriera al di sotto del rifugio scelto dai pipistrelli e veder crescere rigogliose le proprie piantine. Inoltre non dimentichiamo che i pipistrelli sono insettivori, quindi la loro presenza nei pressi delle abitazione comporta la diminuzione della popolazione di zanzare.

SE UN PIPISTRELLO ENTRA IN CASA

Primo: niente panico. Non si attaccherà ai vostri capelli e se cominciate ad agitare scope, stracci o altri oggetti in aria finirà per ferirsi mentre cerca una via di fuga.
Se il pipistrello entra in casa di notte la cosa da fare è spalancare la finestra e chiudere il piccolo ospite nella camera fino al giorno successivo, troverà la via d'uscita da solo. Se la mattina successiva trovate ancora il pipistrello in casa, NON SPOSTATELO. Aspettate con pazienza la mattina seguente, durante il risveglio notturno troverà l'uscita.
Se per qualche motivo non si può aspettare il giorno successivo, mettete il piccolo mammifero in una scatola di cartone di dimensioni adeguate e forata e liberatelo al calar del sole. RICORDATE di usare dei guanti per prenderlo.
PRIMO SOCCORSO

Può capitare di trovare un pipistrello ferito, debilitato per essere rimasto intrappolato in un posto chiuso o un piccolo caduto dal suo appiglio.

  1. Come prima cosa contattare uno specialista in chirotteri o un veterinario specializzato in fauna selvatica, al quale fornire una serie di informazioni come: il luogo di ritrovamento, le dimensioni dell'animale, la presenza sull'animale di ferite aperte, la temperatura corporea.
  2. Ricordarsi di usare dei guanti per raccoglierlo in modo da evitare di essere morsi.
  3. Prenderlo poggiando il palmo della mano sul dorso, le dita da un lato della testa e il pollice dall'altro lato.
  4. Osservare se si tratta di un neonato, un giovane o un adulto (vedi oltre).
  5. Porlo in una scatola di cartone alla quale avrete praticato numerosi piccoli fori (di diametro non superiore al mezzo centimetro) e dentro la quale avrete posto un panno.

1. Adulti

A volte può capitare di trovare un pipistrello debilitato per essere rimasto intrappolato per diverso tempo. In questo caso si cercherà di idratarlo usando una siringa senza ago per farlo bere: tenere l'animale nel palmo della mano a testa in giù evitando di mandare acqua nelle narici.
Se il pipistrello dorme, è necessario svegliarlo prima. Durante il risveglio può verificarsi un tremore, dovuto alla regolazione della temperatura (durante il sonno la temperatura scende per risalire al risveglio. La temperatura scende tra 2 e 10 °C durante il letargo e tra 15 e 20 °C durante il riposo diurno. Un pipistrello sveglio e a caccia ha una temperatura che si aggira tra i 35 e 40 °C).
Un pipistrello che viene svegliato dal riposo invernale, avrà bisogno di alzare la temperatura e alimentarsi per acquistare energia. Si potrà aiutarlo unendo esternamente alla scatola, nella quale verrà posto, delle bottiglie con acqua calda (circa 40 °C), da sostituire spesso.

In base al mese del ritrovamento si può calcolare in quale fase del ciclo biologico il piccolo mammifero si trova. Questo aiuta a valutare più fattori.

Temporaneamente, in attesa di un soccorso specializzato, tenere il pipistrello in una scatola di cartone alla quale saranno stati praticati piccoli fori e nella quale sarà stato introdotto un panno.

2. Piccoli

All'inizio dell'estate e' frequente il rinvenimento di piccoli, caduti dalle nursery. E' possibile nutrire tali esemplari e portarli alla taglia adulta, ma non si sa se, una volta liberati, essi saranno in grado di cacciare e sopravvivere. Pertanto, nel caso di rinvenimento di piccoli inetti, e' necessario fare ogni tentativo per reintrodurli nella colonia da cui provengono. Nel caso essa sia conosciuta e accessibile, bastera' far appigliare l'esemplare a una parete o alla volta del sito di rifugio. Se invece la nursery e' inaccessibile, come accade per rifugi all'interno di intercapedini, qualora se ne conosca l'accesso utilizzato dai pipistrelli, si potra' provare a lasciare l'esemplare presso di esso, poco prima dell'imbrunire, all'interno di una scatola in cui sarà stato posizionato un legnetto ricoperto da un panno. Se il piccolo è un neonato, inserire all'interno della scatola una borsa dell'acqua calda.
Se, infine, si ignora completamente da dove il piccolo e' caduto, si puo' provare, all'imbrunire, a rimetterlo nel punto in cui lo si e' trovato, all'interno di una bacinella. Si avrà cura di collocare nello stesso recipiente un pezzo di legno o un qualsiasi oggetto di volume adeguato, avvolto in uno straccio sul quale l'animale possa appigliarsi. La speranza e' che la madre del piccolo, attirata dai suoi richiami, lo ritrovi e se lo porti via.
Se questo non accade consegnare il piccolo ad un centro specializzato e, se questo non fosse possibile, contattare il centro telefonicamente e consultare qui:
(link primo soccorso chirotteri)
I neonati sono privi di pelo, o hanno pelo molto raso che non ricopre tutto il corpo. Hanno gli occhi chiusi e i denti da latte, piccoli e tutti uguali.
Hanno bisogno di calore (posizionare una borsa dell'acqua calda nella scatola in cui si pone il piccolo e un panno nel quale possa nascondersi) e di essere idratati (usare una siringa senz'ago con cui somministrare a gocce l'acqua).
I giovani si possono distinguere dai neonati perchè hanno la pelliccia e i denti diversificati (canini, molari..). Si possono distinguere dagli adulti guardando l'ossificazione delle articolazioni delle ali: questo si può capire osservando le ali contro luce e, se si vedono bande cartilaginee si tratta di un giovani, perchè gli adulti non le hanno mentre hanno le ossa completamente formate. 
Link utile: http://www.centroregionalechirotteri.org/ 


Rettili

  • Chi sono i rettili
  • Ritrovamento
  • Trasporto
  • Valutazione dello stato di salute
  • Tanatosi

CHI SONO I RETTILI

Circa 300 milioni di anni fa un gruppo di animali lasciò la doppia vita acquatica e terrestre, tipica degli anfibi, per stabilirsi definitivamente sulla terra: nacquero i rettili, i primi ad affermarsi come animali terrestri. Una serie di caratteristiche fisiche consentì a questi animali di colonizzare il mondo terrestre con successo e sopravvivere, seppur con diversi tipi di specie e in numero inferiore, fino ad oggi. Ai rettili appartennero forme volanti, gli pterosauri, e i giganteschi dinosauri, entrambi estinti.

Oggi esistono vari tipi di rettili: le tartarughe, i serpenti, i coccodrilli, le lucertole non sono che alcuni degli esempi più noti. Tutti i rettili hanno il corpo rivestito di squame cornee di origine epidermica. Cambiano periodicamente pelle (costituita da cellule morte) in un processo chiamato “muta”; i serpenti cambiano interamente la pelle sfilandola dalla testa alla coda, le lucertole ne perdono pezzi, mentre le tartarughe la perdono in piccoli frammenti. Queste inoltre possiedono un corazza, chiamata carapace, costituita da una parte ventrale e una dorsale e saldamente legata allo scheletro.
Per quanto riguarda la deambulazione, alcuni rettili hanno corti arti posti lateralmente al corpo e che terminano con robuste unghie, mentre altri, come i serpenti e i sauri apodi, ne sono privi e si muovono facendo strisciare la parte ventrale del loro corpo. Da questo atteggiamento deriva il nome dell'intero gruppo: dal latino reptare ovvero strisciare a terra.
La respirazione è polmonare e la riproduzione avviene per mezzo di uova che depongono in ambiente terrestre.

Classificazione:

  1. Rincocefali: la sola specie vivente vive in Nuova Zelanda.
  2. Squamati:
Sauri: comprende le lucertole, i ramarri, i camaleonti, le iguana, i varani, i gechi e alcune specie apode che si distinguono dai serpenti in quanto i loro occhi sono forniti di palpebre e e presentano orecchio esterno.
Ofidi: non hanno arti ne sterno e hanno uno sguardo caratteristico dovuto alla presenza di palpebre saldate che formano una pellicola trasparente. Non masticano ma inghiottono la preda, anche viva.
  1. Cheloni: le tartarughe hanno bocca priva di denti ma caratterizzata da un astuccio corneo e corpo ricoperto da carapace. Esistono forme terrestri ed acquatiche.
  2. Loricati: includono animali il cui corpo è ricoperto da placche ossee robuste. Include i coccodrilli, i caimani, gli alligatori e i gaviali.
RITROVAMENTO DI UN RETTILE

Sono diversi i rettili che trovano nelle città o nei pressi di queste luoghi adatti alla loro sopravvivenza, ad esempio le lucertole, alcuni serpenti, le bisce d'acqua e quelle dal collare e alcune tartarughe di terra e d'acqua. Purtroppo non di rado vengono rinvenuti rettili alloctoni, ovvero provenienti da altre zone (principalmente regioni tropicali) persi o abbandonati. Questi animali sono commerciati nei negozi o illegalmente, ma in entrambi i casi sono destinati a vivere in gabbie anguste per tutta la vita, solo per la vanità di chi li acquista e l'interesse economico di chi li vende.

Nel caso in cui si rinvenga un rettile ferito, il consiglio è chiamare un soccorso specializzato ed essere in grado di dare indicazioni dettagliate sullo stato di salute.

TRASPORTO

Può capitare di dover trasportare un rettile ferito o spostarlo da un luogo pericoloso, ecco alcuni suggerimenti:

Le testuggini, terresti o acquatiche, devono essere sollevate delicatamente da sotto il carapace (la loro corazza) e MAI dalla testa o dalle zampe. Per il trasporto riporle in una scatola di cartone forata (le terrestri) o in un contenitore di plastica (le acquatiche).
L’iguana non morde, ma bisogna stare attenti ai suoi graffi e alla coda che viene usata come frusta. Se l'iguana è di piccole dimensioni, ponetevi di fianco a lei guardando nella stessa direzione e afferratela sotto le ascelle, bloccando in un secondo tempo le zampe anteriori con la mano, stendendole lungo il torace. Bloccate ora, con la mano libera, le zampe posteriori stendendole lungo la coda e tiratela su all'altezza del vostro fianco fino a portarla all’altezza del petto, fermando la coda sotto la vostra ascella. A questo punto infilatela in una scatola di cartone (molto resistente) forato o in un trasportino di plastica.
Serpenti. In Italia l'unico serpente velenoso in cui potreste imbattervi è la VIPERA, perfezionista dell'inoculazione del veleno al pari del serpente a sonagli, che presenta caratteristiche peculiari e quindi facilmente riconoscibile. PERO' esiste la possibilità che sia un serpente non autoctono quello che avete di fronte, a causa dei numerosi casi di smarrimento o abbandono di animali. ATTENZIONE quindi. Se si è sicuri si tratti di un serpente innocuo si può procedere nel modo seguente: bloccare la testa, mettendo una mano delicatamente dietro la mandibola, sul collo. Con l’altra mano si prende la coda e si solleva come fosse una corda semi-tesa. Porre in uno scatolone con tanti piccoli forellini (certamente molto più piccoli del diametro del serpente) o in un trasportino di plastica. (http://www.soccorsofauna.com/scheda_serpenti.html).
Le lucertole hanno la capacità di rigenerare la coda, quindi nel caso in cui debbano essere prese bisogna evitare di afferrarle per la parte terminale del corpo. Porli in una scatola di cartone con tanti piccoli forellini.
In ogni caso, l'animale preso in attesa di una sistemazione migliore o dell'arrivo dei soccorsi, deve essere alloggiato in un luogo fresco, buio e silenzioso e non stressato da continue visite. Mettergli a disposizione una ciotola con l'acqua.
VALUTAZIONE DELLO STATO DI SALUTE
Valutare lo stato di salute in ambiente tranquillo, ne troppo rumoroso ne troppo illuminato. Come prima cosa osservare se sul corpo dell'animale sono presenti ferite. Come per i mammiferi, anche per i rettili le ferite aperte possono essere molto pericolose soprattutto in estate, in quanto suscettibili di infezioni. Se sono presenti larve di mosca (simili a piccoli vermi bianchi senza zampe) estrarle con cautela dalla ferita utilizzando una pinzetta.
Per disinfettare la ferita, mai usare alcool, mercurio cromo o tintura di iodio che possono essere velenosi. Lavarsi bene le mani prima di toccare la ferita per estrarre eventuali larve o usare dei guanti in lattice. Lavare la ferita con acqua pulita usando un panno morbido.
Occhi: gli occhi sono, come per ogni animale, anche per i rettili la sorgente di informazioni più immediata sullo stato di salute. Se gli occhi sono infossati ad esempio l'animale può essere disidratato.
In caso di congiuntiviti o presenza di corpi estranei o sostanze irritanti si può passare sull'occhio un batuffolo di ovatta imbevuto di camomilla tiepida. La camomilla è utile anche nell'operazione preliminare di pulizia della parte e poter valutare meglio la patologia ed eventuali danni.
Temperatura corporea: una delle caratteristiche più significative dei rettili è quella di essere animali eterotermi, ovvero la loro temperatura corporea dipende da quella ambientale. Sono quindi animali a sangue freddo e in quanto tali, hanno bisogno di cercare le condizioni esterne idonee per regolare la loro temperatura. Un rettile ferito e incapace a muoversi può incontrare seri problemi a causa dell'impossibilità di spostarsi per ricercare una fonte di calore o spostarsi da questa. Se un rettile è in uno stato di incoscienza si può valutare l'ipotesi che sia in ipotermia (soprattutto in inverno) o in ipertermia (soprattutto in estate).

IPOTERMIA - abbassamento della temperatura. Spostare l'animale sotto una fonte di calore come una lampada o in prossimità di un termosifone o di una stufa (attenzione! non porlo sopra la fonte di calore).

IPERTERMIA – Aumento della temperatura. Porre l'animale in un luogo fresco lontano dalla luce diretta (naturale o artificiale).

TANATOSI
Molti animali usano la strategia di fingersi morti per evitare di essere predati, sapendo che gli eventuali predatori non si cibano di carogne. La biscia dal collare, un rettile innocuo frequente lungo i corsi d'acqua dolce, ha l'abitudine di attuare questa modalità di comportamento per cercare di trarre in inganno l'aggressore. Questi animali striscianti simulano lo stato di morte contorcendosi e tenendo aperta la bocca. Anche tra gli insetti sono frequenti casi di tanatosi. Nei mammiferi possono verificarsi altri tipi di comportamenti, come quelli manifestati dai cuccioli di cervidi che, durante l'assenza della mamma, si acquattano al suolo rimanendo immobili (questo caso è noto come “falso abbandono”).
Link utili: 
http://www.soccorsofauna.com/scheda_serpenti2.html , http://www.soccorsofauna.com/scheda_serpenti.html 

 Piccioni

La sezione di primissimo soccorso di animali in ambiente urbano si arricchisce con un documento scaricabile alla pagina:

http://www.abolizionecaccia.it/approfondimenti/nocivosaraitu/liberi-di-volare-in-citta.html

...Come qualsiasi altro abitante delle nostre città, il piccione ci accompagna in molti dei nostri momenti, ma anni di falsi luoghi comuni, menzogne e ignoranza lo fanno sembrare un problema....
 

Nessun commento:

Cerca nel blog